Affrontiamo il crescente costo delle patologie croniche
Le patologie croniche sono in continua crescita e la loro gestione richiede un notevole impegno di risorse e continuità di assistenza in una logica di forte integrazione di servizi T-H-T (Territorio - Ospedale - Territorio).
La gestione integrata e sinergica del paziente cronico nei diversi setting di cura concorre ad evitare:
- Accessi PS/UU.OO. inappropriati per patologia cronica già diagnosticata.
- Elevati costi del paziente ri-ospedalizzato a causa di effetti collaterali della terapia non tempestivamente e/o adeguatamente gestiti.
- Scarsa aderenza del paziente/caregiver nella gestione della terapia a domicilio.
- Scarse e frammentarie informazioni circa ruoli e responsabilità nella gestione della patologia.
La migliore presa in carico del paziente passa attraverso una formalizzazione e attuazione del relativo percorso diagnostico terapeutico assistenziale, che deve rispondere ai seguenti prerequisiti:
- essere garante di un approccio clinico-organizzativo complessivo rispondente ai requisiti del quadro di riferimento normativo e legislativo nazionale
- risultare schematico e utile per ottimizzare gli esiti clinici, ridurre al minimo i costi non funzionali, prevenire i rischi di malpractice
- garantire la misurabilità riguardo i livelli di performance raggiunti
- essere validato e accreditato da Organismi Scientifici e Istituzionali
- fungere da strumento di comunicazione verso i principali portatori di interesse (Istituzioni, Direzione Strategica, Associazioni Pazienti, Cittadinanza Attiva) dello standard di servizio garantito dalla Struttura Sanitaria.
Dall’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco, il trend dei contenziosi in Sanità è in aumento, rendendo quindi necessario recuperare il rapporto fiduciario medico-paziente lavorando sulla prevenzione del rischio e sulla interfaccia medico e paziente. L’applicazione dell’art. 13 della suddetta Legge ha infatti significato che il coinvolgimento dei clinici è esteso anche alle trattative stragiudiziali, intraprese dalle strutture sanitarie, a seguito della loro chiamata in causa per malpractice, da parte dei pazienti o dei loro congiunti. L’elevata percentuale di procedimenti civili e penali che si concludono con una assoluzione non riduce il lungo e costoso iter giudiziario per i professionisti della Sanità.
Kerubin, favorendo il rapporto fiduciario medico-paziente basato sul costante monitoraggio della qualità di vita del paziente, favorisce il personale sanitario nel poter offrire la migliore assistenza possibile, coerentemente con la strategia delle Strutture Sanitarie chiamate ad investire perché la cultura del Rischio e della Qualità divengano colonne portanti del sistema sanitario.
La sostenibilità del Sistema Sanitario viene sempre più messa in discussione da fattori esterni quali il progressivo invecchiamento delle popolazioni, il costo crescente delle innovazioni, il costante aumento della domanda da parte dell’utenza, oltre ad una frequente incapacità di attivare strategie di prevenzione e di abbattimento degli sprechi. Tra gli sprechi vanno inclusi i trattamenti non appropriati, distinguendo tra inappropriatezza prescrittiva e inappropriatezza legata a setting assistenziali non corretti. Concetti quali la deospedalizzazione e la sinergia ospedale-territorio vengono superati dalla necessità di individuare specifici profili professionali che, operando nei diversi setting assistenziali, siano in grado di coniugare qualità e economicità di prestazione. Risultano quindi importanti figure quali il care giver, il MMG, il clinico (degenza e ambulatorio) e non ultimo lo stesso paziente che deve essere supportato nel suo ruolo attivo di cogestore della malattia. Kerubin contribuisce nella gestione informatizzata dei diversi setting assistenziali, partendo proprio dal fornire al paziente uno strumento in grado di valutare il livello di servizio di cui il paziente, dinamicamente, necessita.